CHIARA MOSCHELLA
PSICOLOGA
Quanto è difficile essere genitori?
Genitori e funzioni genitoriali
Si dice che fare il genitore è il “mestiere” più difficile ed è proprio vero perché essere genitore contiene dentro di sé molte sfaccettature della persona e del contesto sociale di riferimento. Proprio come un mestiere si contraddistingue per il “fare” che però ha in sé anche l’accezione del “donare”, “insegnare”, “essere e far essere”, “apprendere e far apprendere”, “consegnare” e, infine, “tramandare”…
La genitorialità è un concetto in continua evoluzione come lo è l’accezione di ruolo genitoriale. Infatti, è un concetto dinamico che si evolve insieme alla società e alla cultura di appartenenza. Nonostante il suo carattere fortemente influenzato da paradigmi sociali, la genitorialità ha una forte connotazione personale. Anzi, si può affermare che la genitorialità è una parte fondamentale della personalità dell’adulto.
La genitorialità può essere rappresentata come uno spazio (luogo mentale) che inizia a formarsi sin dall’infanzia, quando vengono interiorizzate le figure di attaccamento, ma soprattutto vengono interiorizzate le modalità che le figure di attaccamento utilizzano per dare cura. La persona poi attraverso le relazioni di coppia sperimenta e mette in pratica il proprio modo di dare e riceve cure e amore. La relazione di coppia, infatti, può avere la funzione di “ponte” verso un modo più maturo di esternalizzare l’accudimento: essere genitore. L’essere genitore è riconducibile alla genitorialità e quest’ultima va distinta nettamente dalla capacità biologica di generare. Infatti, il poter generare non richiede necessariamente la maturità emotiva per essere genitori. Non coincide, dunque, con l’essere genitori reali. La genitorialità è una caratteristica del modo di essere della persona, che si forma e matura in essa e con essa. Rappresenta uno spazio, come dicevamo, in cui convergono esperienze, affetti, rappresentazioni, fantasie, angosce, desideri, modelli comportamentali e tanto altro ancora.
Facendo riferimento, dunque, alla genitorialità vista come un costrutto complesso relativo alla persona, si possono individuare delle funzioni, le quali fanno riferimento ad aspetti di maturazione affettiva della persona e alla sua capacità di accudimento genitoriale.
Vi sono ben 10 funzioni genitoriali che di seguito verranno menzionate e brevemente analizzate. Essendo un costrutto complesso che si struttura nella vita di una specifica persona, questo articolo non vuole avere la pretesa di evidenziare target diagnostici legati all’essere genitore, ma piuttosto tenta di avere una semplice funzione divulgativa.
Prima fra tutti il modo attraverso cui si esprime la genitorialità è LA FUNZIONE PROTETTIVA, che riguarda il modo di offrire cure ai bisogni del bambino. Questi, necessita prima di tutto di protezione e sicurezza. La presenza fisica del genitore garantisce, soprattutto nelle prime fasi dello sviluppo, questa funzione. La presenza permette al bambino di ottenere una certa sensazione di stabilità emozionale che è alla base della primordiale fiducia del neonato nella figura di attaccamento e quindi è alla base della creazione del legame. Un aspetto importante è la FUNZIONE AFFETTIVA legata alla dimensione emotivo-affettiva in cui è inserito il bambino e la relazione con lui. Se il genitore vive la relazione con il bambino con un’accezione emozionale positiva, il bambino si sentirà “un oggetto buono per il genitore” e si riconoscerà come elemento positivo. Interiorizzerà, quindi, un’accezione positiva di sé e delle relazioni affettive. Altro compito è la FUNZIONE REGOLATIVA che, invece, fa riferimento al sostegno che il genitore dà al figlio nell’imparare ad AUTO-REGOLARSI. Il bambino in parte è capace di regolare i vari stati del sé, ma soprattutto nelle prime fasi di vita e nell’infanzia il supporto del genitore diventa fondamentale per l’acquisizione di strategie. I genitori potrebbero però avere risposte eccessivamente veloci, tanto che il bambino potrebbe non imparare a conoscere il proprio stato interiore o, al contrario, le risposte del genitore potrebbero anche essere tardive, lasciando il bambino spaesato davanti alla propria attivazione emotivo-sensoriale. La FUNZIONE genitoriale più conosciuta è sicuramente quella NORMATIVA, che consiste nella possibilità per il genitore di insegnare al figlio limiti e strutture di riferimento. Questa funzione, rispecchia il modo in cui il genitore si comporta di fronte alla regola/norma.
Mentre attraverso la FUNZIONE PREDITTIVA, il genitore guarda il proprio figlio con uno sguardo volto al futuro, così da anticipare nella sua mente le tappe evolutive che il bambino raggiungerà. Inoltre, attraverso la presenza nella relazione, l’interazione si connota sul piano reale e si caratterizza da schemi di azioni condivise che diventano RAPPRESENTATIVE della relazione genitore-figlio. L’apporto del genitore nella relazione con il bambino acquista un valore determinante nei primi anni di vita, quando il genitore svolge soprattutto una FUNZIONE SIGNIFICANTE, cioè sostiene il piccolo nella sua capacità embrionale di dare significato al mondo esterno e interno. Il rapporto con il proprio bambino può assumere un potere rievocativo del proprio passato e soprattutto delle proprie fantasie infantile. Questo aspetto assume la connotazione di una FUNZIONE genitoriale (FANTAGMATICA), in quanto attiva risonanze e come un il gioco degli specchi permette di assumere uno sguardo sulle cose, dando loro significato. In questo gioco assume un ruolo importante, che diventa un altro aspetto funzionale alla relazione, poiché in cui il genitore proietta sul figlio delle parti di sé (come, per esempio, potrebbe essere l’ideale di perfezione del figlio che avrebbe voluto essere per i propri genitori). Ma il bambino assume un ruolo anche nel contesto diadico della coppia genitoriale, la quale lo sostiene nel ritagliarsi questo ruolo. Questo naturalmente può avvenire senza traumi qualora i genitori abbiano la maturità emotiva di prevedere il terzo nella diade relazionale. Questo può contribuire alla capacità del bambino di apprendere i diversi modi di essere dei genitori, alla base della capacità di apprendere che le diversità possono coesistere ed essere tollerate. Questa funzione genitoriale prende il nome di DIFFERENZIALE. Infine, compito dei genitori, attraverso la loro FUNZIONE TRASGENERAZIONALE, è quello di inserire il figlio in una narrazione che corre lungo le generazioni, in una storia familiare.
Questo lungo elenco dimostra quante attività svolgono i genitori in maniera più o meno consapevole, attraverso cui supportano la crescita dei figli. La cosa più importante ricordare è che si inizia ad essere genitori prima di diventarlo realmente e non vi possono essere discriminazioni a riguardo, ma tutti possono avere questa POTENZIALITA’ che matura nel tempo.